1. Parliamo un po’ di Lei, dove è nato e cresciuto?
Sono nata e cresciuta a Calvello, un borgo della provincia di Potenza che conserva un importante patrimonio storico, culturale ed artistico oltre ad un aspetto caratteristico ed affascinante grazie alle sue case in pietra e vicoli raggiungibili solo a piedi. All'età di ventisei anni ho dovuto strappare le mie radici senza, però, mai reciderle, e allontanarmi dai miei affetti. Motivo, purtroppo, alquanto comune nel sud Italia per i giovani in cerca di occupazione.
2. Che libro consiglierebbe di leggere ad un adolescente?
Ce ne sarebbero diversi, ma riporto solo quelli a me più cari: “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéri, “Il ritratto di Dorian Grey” di Oscal Wilde, “Il signore delle mosche” di William Golding, “Le notti bianche” di Fedor Dostoevskij, “La strada” di Cormac McCarthy.
1. Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
È accendere l'interruttore della luce nelle mie tenebre. Attraverso la scrittura vedo le parole, le sento, le tocco con mano, si muovono sulla mia penna e mi trascinano in una stanza illuminata che fino ad un attimo prima era completamente tetra.
2. Quanto della sua vita reale è presente in questo libro?
Una parte relativa al racconto descrive i miei stati d'animo e una parentesi di vita evocando le emozioni più profonde che ho vissuto in quel momento. Il resto racchiude la psiche di una ragazza di ventuno anni che ha esternato e descritto con un linguaggio semplice l'argomento più complesso ed incomprensibile della sfera umana, ovvero l'amore.